I Santi Tredici Padri Siriani.
Sant’Antonio di Martqopi portava sempre con sé un’icona del Salvatore “non fatta da mani umane” che aveva portato da Edessa in Asia Minore.
I Santi Tredici Padri Siriani.
Sant’Antonio di Martqopi portava sempre con sé un’icona del Salvatore “non fatta da mani umane” che aveva portato da Edessa in Asia Minore.
Teofane il Recluso, anche conosciuto come Feofan Zatvornik (in russo: Феофан Затворник?), al secolo Georgij Vasilievič Govorov (in russo: Георгий Васильевич Говоров?; Černavsk, 1815 – Vjša, 1894), è stato un monaco cristiano russo, glorificato come santo dal Concilio Locale della Chiesa ortodossa russa del 1988 tenutosi al Troice-Sergieva Lavra.
Martedì 28 Dicembre 2021, festa del S.Ieromartire Ilarion Arcivescovo di Vereya, nella chiesa dell’Icona “S.Madre di Dio Fiore Incorrotto” dello Skit ortodosso di Porto Valtravaglia frazione Musadino (Va) via delle Rose,1 con la benedizione di Vladika Antonij Metropolita di Korsun ed Esarca Patriarcale dell’Europa Occidentale, Amministratore provvisorio delle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia, l’Archimandrita Dimitri (Fantini) superiore di detto Skit
ha tonsurato Monaco del Piccolo Abito e rivestito della Mantija
lo Ieromonaco riassoforo Siluan ( nel mondo Igor Yaroslavtsev) nato in Russia il giorno 28 del mese di dicembre dell’anno 1972) residente a Milano e 2° sacerdote della parrocchia milanese dei SS.Sergio,Serafino e Vincenzo martire, e lo ha messo sotto la protezione di S.Siluan skimnik della Kievo-Pecerskaja Lavra e da lui prende il nome.
Giunti al termine di questo lungo anno, Ti rivolgiamo o Signore, la nostra preghiera e la nostra confessione. Il giorno si è succeduto al giorno, il tempo è volato inesorabile, la nostra vita ha attraversato come una fragile barca l’oceano dell’esistenza…abbiamo lasciato alle nostre spalle le nostre opere buone e meno buone, riuscite e non riuscite, i nostri desideri, le nostre speranze molto spesso deluse, le nostre fatiche, i nostri dolori, le nostre scarse gioie, il nostro rammarico per quello che non abbiamo fatto o abbiamo fatto in modo insoddisfacente o più spesso dannoso, i nostri scarsi successi, i nostri più numerosi insuccessi. Siamo e ci sentiamo davvero dei servi inutili, ma Tu ci hai insegnato a non guardare mai, a non confidare mai sulle nostre proprie forze, ma ad affidarci a Te, con la fiducia di un bambino debole ed inetto, Tu che ci hai invitato a chiamarTi Padre di tutti, conforto amorevole e trepidante delle nostre insicurezze. In questo tempo che ci prepara al Natale, ci stupiamo delle Tua umiltà. Tu Creatore che ti fai creatura, Tu Onnipotente che ti fai debole, Tu Sovrano che ti fai suddito. Ma non ci stupiamo del Tuo amore e vogliamo fare nostre le parole che S .Simeone il Nuovo Teologo ti ha dedicato: Vieni luce vera, Vieni eterna vita, Vieni mistero nascosto, Vieni tesoro ineffabile, Vieni realtà indicibile, Vieni persona inesprimibile, Vieni esultanza perenne, Vieni verace attesa di quanti saranno salvati, Vieni gioia eterna, Vieni corona incorruttibile, Vieni nostro respiro e nostra vita, Vieni gioia , gloria e delizia senza fine. Amen!
Colpito fin dalla sua più tenera età dai tratti dell’amore di Cristo, il nostro santo Padre Lazzaro divenne monaco e rinunziò alle vanità di questo mondo per consacrarsi al digiuno e all’ascesi.
Una delle grandi figure della storia russa canonizzate nel recente concilio di Mosca (1988). Demetrio Donskoj era figlio del gran principe Ivan Ivanovic e della sua seconda moglie Alessandra.
Nacque a Arianzo, cittadina presso Nazianzo in Cappadocia. Figlio di Gregorio e Nonna. Il padre, che era ebreo della setta degli Ipsistari, fu convertito dalla moglie al cristianesimo e divenne vescovo di Nazianzo. Il fratello Cesario (morto nel 368) fu dottore presso la corte dell’imperatore Giuliano e governatore di Bitinia.
Prima di scrivere la vita di questo straordinario Santo è necessario ricordare che il 9 aprile del 2013 con decreto del Presidente della Federazione Russa è stato ripristinato nelle Forze Armate Nazionali il Reggimento “Preobrazhensky”.
Giunte al Tuo sepolcro, e non trovandovi
il Tuo corpo immacolato, le donne
dicevano con pietose lacrime:
“E’ stato forse rapito Colui che ha concesso
all’emorroissa di ghermire la guarigione?
E’ forse resuscitato Colui che già prima
della passione aveva predetto la resurrezione?
Sì Cristo è veramente resuscitato,
Lui che ai caduti dona la resurrezione!”
Da: Romano il Melode “Inni” Ed.Paoline 1981 pag 403