S.Ieromartire Sisto II° , papa di Roma

Papa Sisto II° (eletto il 30 agosto 257- martirizzato il 6 agosto 258).

Le origini di questo papa sono ignote; della sua vita prima dell’elezione è conosciuto solo ciò che riporta il Liber Pontificalis e cioè che era greco. Tale affermazione, però, è probabilmente erronea in quanto derivata dalla falsa convinzione che il papa fosse il filosofo greco autore delle Sentenze di Sesto, una raccolta di 451 proverbi attribuita al filosofo neopitagorico Sesto, ma tradotta in latino da Rufino Turranio (345-411) e diffusa erroneamente sotto il nome di Sisto.

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S.Ieromartire Fabiano, papa di Roma

Fabiano, fu  papa a Roma per quattordici anni (dal 10 gennaio del 236  al 20 gennaio del 250), promosse il consolidamento e lo sviluppo della Chiesa. Divise Roma in sette Diaconie per l’assistenza ai poveri.

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S.Eusebio Vescovo di Vercelli

Sant’Eusebio di Vercelli (Sardegna283 circa – Vercelli1º agosto 371) è stato il primo vescovo dell’allora appena sorta arcidiocesi di Vercelli del IV secolo, patrono di Vercelli oltre che primo vescovo e patrono della intera regione Piemonte.

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S.Germano Vescovo di Auxerre

S.Germano vescovo di Auxerre

(Auxerre378 circa – Ravenna31 luglio 448)

Figlio di Rustico e Germanilla, il vescovo Germano, nacque ad Auxerre (dipartimento dell’Yonne, Francia); i suoi genitori erano grandi proprietari terrieri, forse di rango senatoriale. Studiò le arti liberali (che nel Medioevo erano sette e divise in due gruppi: arti del ‘trivio’ o letterarie, cioè grammatica, retorica, dialettica e arti del ‘quadrivio’ o scientifiche, cioè aritmetica, geometria, musica, astronomia); quindi studiò quelle del ‘trivio’, e poi andò a Roma per acquisire il dottorato in Diritto ed esercitare la professione di avvocato.

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S.Virgilio arcivescovo di Arles

 

S.Virgilio arcivescovo di Arles

Nato in Aquitania all’inizio del VI° secolo, S.Virgilio divenne monaco nel famoso monastero di Lerins, dove mostrò una profonda ascesi e una grande pazienza in tutte le prove.  Libero da ogni preoccupazione terrestre, sembrava non avere altra counicazione se non col cielo. Fu chiamato in seguito ad assumere la direzione del monastero di S.Sinforiano ad Autun , che seguiva , come Lerins, le tradizioni ereditate dai monaci orientali. Qui vi fece prova della sua gande capacità nella diezione delle anime che a lui ricorrevano,  poi, grazie all’appoggio di San Siagrio, vescovo di Autun, divenne arcivescovo di Arles  sede primaziale della  Gallia a quell’epoca,nel 588.Egli sarebbe succeduto a Licerio, morto nel 588 nel corso della pandemia di peste nota come peste di Giustiniano  quantunque i dittici indichino, subito dopo quest’ultimo Pascasio di Arles  il quale occupò la sede vescovile per pochissimo tempo. Alcuni, al contrario, lo fanno succedere direttamente a Licerio, il predecessore di Pascasio, secondo gli altri.

venne eletto alla carica di Arcivescovo  di Arles,. Pur conservando nlla sua vita un rigore monastico e portando un cilicio sotto le sue vesti episcopali, S.Virgilio si dimostrò un padre tenero e amorevole verso tutti, in particolare verso i  miseri, e fece costruire, per la gloria di Dio, nella città due basiliche e un monastero. Durante la costruzione di una di queste basiliche, venne in aiuto con la sua preghiera agli operai e permise loro di innalzare senza difficoltà le colonne del tempio. Un’altra volta rese la vista a un cieco che lo aveva pregato con fede,e , si racconta, che Dio per la sua intercessione fece resuscitare parecchi defunti.

Papa Gregorio Magno, che lo stimava molto, gli accordò gli stessi onori concessi ai suoi predecessori, con il potere di convocare concilii e di giudicare in prima istanza insieme a dodici dei suoi colleghi, le dispute fra vescovi e le questioni sui dogmi.

Così il 1º agosto 595, papa Gregorio offrì a Virgilio il titolo di vicario pontificio, già accordato nel secolo precedente ai vescovi di Arles da Papa Zosimo. Questa dignità fece di lui l’intermediario obbligato fra i vescovi della Gallia e la Santa Sede e nello stesso tempo quello cui rivolgersi per risolvere numerosi problemi.

Il 12 agosto 595, gli indirizzò la sua lettera O quam bona sulla simonia per metterlo in guardia contro i misfatti provocati da quest’eresia, Il papa sollecita anche re Childeberto ad aiutare Virgilio in quest’impresa.

A più riprese (596601), Virgilio fu sollecitato dal Papa a offrire aiuto ad sant’Agostino di Canterbury, che lui stesso aveva tolto dal suo monastero in Roma con i suoi monaci, inviandoli missionari in inglesi. Si sa che nel 596 la città di Arles fece i preparativi per questa missione e in quella occasione alcuni schiavi anglosassoni furono riscattati. Il 17 novembre 597, Agostino di Canterbury, di ritorno ad Arles dopo aver convertito il re, la regina e i principali funzionari, fu consacrato da Virgilio, su richiesta di Papa Gregorio, arcivescovo della Chiesa d’Inghilterra nella Cattedrale di Saint-Trophime, ad Arles. Alla cerimonia parteciparono numerosi vescovi. In un’altra occasione, nel 596, il pontefice gli chiese di prendere sotto la sua protezione un monastero, di cui il suo predecessore Licerio ne aveva incamerato i benefici.

Tuttavia, nonostante questa benevolenza, Virgilio si era già attirato i rimproveri della Santa Sede nel 591, allorché numerosi ebrei, cacciati da Orléans e venutisi a rifugiare in Provenza, erano stati convertiti a forza nella sua giurisdizione e in quella del vescovo Teodosio di Marsiglia.

Papa Gregorio scrisse loro una lettera lodandone le buone intenzioni ma insistendo che limitassero il loro zelo alla predicazione e alle preghiere.

Qualche anno dopo, nel 596, probabilmente in seguito all’affaire Dynamius, Virgilio, che gestiva fino ad allora, come i suoi predecessori, le rendite in Gallia, si vide sottoposto, per disposizione papale, al controllo del vescovo di Aix

L’amicizia del Papa si raffreddò ulteriormente quando Virgilio non si oppose al matrimonio contratto da Siagria, una donna che, dopo aver abbracciato la vita religiosa, era stata costretta con la violenza a contrarre matrimonio. Il Papa lo fece riprendere nel luglio 599 : forse fu a causa di questa negligenza che Gregorio concesse, dietro istanza della regina Brunechilde, il Pallium a san Siagrio, vescovo di Autun, con il potere di convocare concilii.

Questo “raffreddamento” della benevolenza di Gregorio verso Virgilio ne diminuì notevolmente l’autorità come metropolita di Arles.

Nel 601 Gregorio chiese a Virgilio di organizzare un concilio contro la simonia e anche per obbligare l’arcivescovo di Marsiglia a riformare la propria diocesi

 

Quando si addormentò in pace verso l’anno 618, un profumo delizioso emanò dal  suo  corpo e si credeva di senire il profumo di tutti i fiori della primavera. In seguito numerosi miracoli avvennero sulla sua tomba.

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S.Giovanni Cassiano

Giovanni Cassiano (360 circa – Marsiglia23 luglio 435) è stato un monaco originario presumibilmente della Dobrugia, regione della Scizia (l’attuale Romania) o, secondo altre fonti, della Provenza, fu sacerdote e fondatore di monasteri; è commemorato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa.

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S.Leandro di Siviglia

San Leandro di Siviglia (Cartagena534 – Siviglia13 marzo 600) è stato arcivescovo di Siviglia in Spagna. Viene ricordato in particolare per essere riuscito a convertire dall’arianesimo la casa reale visigota..

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S.Walpurga di Heidenheim

Nata nel regno anglosassone del Wessex, figlia del re S.  Riccardo, nell’anno 710 Walpurga ebbe due fratelli santi: san Willibald di Eichstatt  e san Winibaldo. Fu allevata nell’austero monastero di Wimburn  nel Dorset  inglese. Nel 748 S.Bonifacio, l’apostolo dei Germani, richiese la sua opera ed ella andò con un gruppo di monache in Germania per organizzare il monachesimo femminile. Dopo due anni divenne badessa di un monastero femminile fondato da suo fratello S. Winibaldo che aveva fondato  a sua volta un monastero maschile  a  Heidenheim. Dopo la morte del fratello ella dovette reggere anche il monastero maschile. L’esempio del suo silenzio e della vita mortificata, era per tutti  i monaci e le monache e anche per tutto il popolo la più eloquente predicazione, che Dio confermava sovente anche con miracoli. Ella si addormentò in pace il 25 febbraio del 779

Verso il XII secolo i genitori di Valpurga furono identificati come san Riccardo d’Inghilterra, un nobile inglese del Wessex, e Wuna (o anche Wunna o Wina).

Dopo la morte, le sue spoglie furono trasferite a Eichstätt, nell’Abbazia di Santa Valpurga, per ordine del vescovo di Eichstätt Otgar il 1º maggio 870.

Secondo la leggenda, la sua tomba trasudò per qualche tempo un liquido dai poteri taumaturgici.

Nel 916 il re carolingio Carlo il Semplice fece trasferire le reliquie della santa in una cappella di Attigny servita da dodici canonici[1], che fu sottomessa all’abbazia di San Cornelio di Compiègne[2].

Dal Martirologio Romano: «Nel monastero di Heidenheim nella Franconia in Germania, santa Valburga, badessa, che, su richiesta di san Bonifacio e dei suoi fratelli i santi Villibaldo e Vinebaldo, dall’Inghilterra venne in Germania, dove resse saggiamente due monasteri, di monaci e di monache».

Secondo vecchie tradizioni germaniche le streghe, nella notte tra il 30 aprile e il 1º maggio, uscivano dai loro rifugi per danzare in onore della luna sul monte Brocken. Questa tradizione si sovrappose alla festa della santa, fino a divenire la “notte di Valpurga“.[3][4] La leggenda viene ripresa anche dal Goethe nel suo Faust.

Note    

  1. ^ (FRAbbé Louis Archon, Histoire de la Chapelle des rois de France, tome I, p. 257
  2. ^ (FRHistoire de Compiègne, Edition des Beffrois, 1988, p. 44.
  3. ^ La notte di Valpurga sul sito dell’ambasciata di Svezia a Roma, su swedenabroad.com. URL consultato il 25 febbraio 2012 (archiviato dall’url originale il 7 gennaio 2009).
  4. ^ La notte di Valpurga, su gianfrancofranchi.com.
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Inno Akatisto in lingua latina

Akatisto in Lingua latina

This Latin version has been dated to about the year 825 by Dom Michel Huglo. The Latin version has small textual variations in common with a family of Greek manuscript versions which originate in South Italy – the Latin must therefore belong to the same family. One may thus suppose that this translation was not done in Constantinople, but in Italy. This supposition is strengthened by the fact that at the end of the short strophes, the traditional “Alleluia” has been replaced with “Ave sponsa insponsata”. Could this reason be the suppression of the “Alleluia” during Lent in the West? In the version above, I have restored the alleluias to their customary places – the original has “Ave sponsa insponsata”.

For further information, consult “L’ancienne version latine de l’Hymne Acathiste” by Dom Michel Huglo, Le Muséon Vol. 64 (1951), pp. 27-61.

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La Preghiera

Giovane, non dimenticare la preghiera. Ogni volta che preghi, se la tua preghiera è sincera, in essa baluginerà un nuovo sentimento e una nuova idea che prima non conoscevi e che ti ridarà nuova forza; e capirai che la preghiera è crescita. Ricordati anche questo: ogni giorno e ogni volta che ne hai la possibilità ripeti a te stesso: “Signore, abbi pietà di tutti coloro che compariranno dinanzi a te in questo giorno”.

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