S. Nilo Sorskij: “Sulla memoria della morte”

Carissimo, ricordati del giorno fissato per la tua morte, e così non permetterai mai che lo scoraggiamento ti vinca.

Ti accompagni sempre e dovunque il dolore dell’anima a motivo dei tuoi peccati e l’afflizione del corpo mediante il silenzio, la povertà delle cose di questo mondo effimero e la fedele osservanza di tutte le nostre Regole monastiche. Non abbandonare mai la tua cella, ma restaci come se fosse la tua tomba. Spazza la tua cella, e la povertà dei tuoi beni materiali ti insegnerà la sobrietà, perché quando possediamo molte cose, possiamo sì averne a sazietà, ma siamo incapaci di dominare i nostri desideri. Se vuoi possedere le lacrime, ama la solitudine, la povertà e l’umiltà, e non cercare di avere oggetti ricercati nella tua cella, perché quando la nostra anima cerca qualcosa e non l’ottiene, sospira ed è umile, E allora Dio la consola e le dona una grande compunzione. Quando l’anima esperimenta  la dolcezza di Dio, allora ha in odio perfino l’abito monastico e soffre di essere legata al corpo. Se talora quando sei seduto nella tua cella, le tentazioni e i demoni ti assalgono come nugoli di api ronzanti, alzati, prega, e ti lasceranno subito.

Tratto da “Nil Sirskij la vita e gli scritti” a cura di Enzo Bianchi ed Gribaudi 1988

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