S.Ambrogio vescovo di Milano

Caso unico nell’agiografia cristiana la memoria di Ambrogio cade non nel giorno del suo trapasso al cielo ma  nel giorno della sua elezione all’episcopato.  Nato a Treviri in Germania da nobile famiglia romana della Gens Aurelia. ebbe un raffinata educazione insieme alla sua sorella Marcellina e al fratello satiro. Quando il padre, governatore delle Galli, morì tutta la famiglia ritornò a Roma.

Quì  Ambrogio proseguì i suoi studi fino a diventare avvocato. Nel 370 l’imperatore Valentiniano lo nomina Prefetto a Milano. Per quattro anni Ambrogio nel suo ruolo si conquistò la stima dei milanesi per le sue capacità organizzative e per la qualità di stare sempre in modo imparziale, super partes. Nella controversia sorta per l’elezione del nuovo Vescovo della città dopo la morte di Aussenzio di parte ariana,  seppe evitare il sorgere di scontri tra le due fazioni : ariani e ortodossi. Si narra che per bocca di un bambino il popolo acclamasse suo vescovo Ambrogio ( che tra l’altro era ancora catecumeno). Nonostante i suoi tentativi di sottrarsi a questo nuovo compito, Ambrogio si sottomise alla volontà di Dio e  percorse rapidamente tutti il cursus per accedere all’episcopato. Dedicò molte energie per lo studio della Sacra Scrittura, le opere dei Padri Cappadoci (con S.Basilio il grande ebbe un rapporto epistolare), donò i suoi beni ai poveri, ammirò la scelta della sua sorella Marcellina di consacrarsi alla vita religiosa. Fece una vita frugale dedita alla preghiera, alla predicazione , alla composizione di una vasta innografia per la Chiesa Milanese, ancor oggi usata, editò un vasto corpus di opere ascetiche, teologiche che lo rendo un vero Dottore della Chiesa. Alla sua predicazione accorse anche Agostino di Ippona che ricevette poi il Battesimo dal Santo. strenuo difensore della fede ortodossa contro l’Arianesimo. Ebbe rapporti a volte anche severi con gli imperatori romani consapevole che , come ebbe a dire: ” l’imperatore è nella Chiesa, non sopra la Chiesa” quindi soggiace all’osservanza delle norme morali cristiane. Ebbe il coraggio di negare la comunione all’Imperatore   Teodosio il Grande reo di aver commesso una strage a Tessalonica, e lo riammise ai Sacramenti solo dopo un severo atto di pentimento. Fino alla fine della sua vita fu un vescovo esemplare per la sua vita ascetica, l’amore per il suo gregge, la dottrina profusa in opere ancor oggi importanti,  concluse la sua vita nel 397, il 2 aprile all’alba del Sabato Santo. venne sepolto nella basilica da lui costruita in onore dei SS. Martiri, e dove ancor oggi è meta di venerazione.

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