S.Ignazio il Teoforo

Sant’Ignazio di Antiochia ha un significato speciale per noi perché era in stretto contatto con gli apostoli, da loro  ha  ascoltato direttamente dalla dottrina cristiana e ha visto la diffusione e lo sviluppo delle prime comunità cristiane. Nelle sue  sette lettere si sente tutta  l’atmosfera dell’età apostolica.

Sant’Ignazio è nato in Siria negli ultimi anni della  vita del Salvatore. La sua biografia ci dice che era il ragazzo, che il Signore prese tra le braccia e ha detto, ”  se non vi convertirete e non diventerete come  bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 18, 3). Venne chiamato Teoforo  perché per il  suo grande amore per il Signore, era come se lo avesse  portato nel suo cuore. Egli era un discepolo di San Giovanni Evangelista. Dal messaggio di Sant’Ignazio a Smirnesi risulta  chiaro che era particolarmente vicino all’apostolo Pietro e lo ha accompagnato in alcuni dei suoi viaggi apostolici. Poco prima della distruzione di Gerusalemme nel 72 morì Evodìo, uno dei settanta discepoli di Cristo, e  suo successore  sulla cattredra di Antiochia ,capitale della Siria, divenne Ignazio. Sant’Ignazio di Antiochia, ha retto la chiesa per 40 anni (dal 67 al 107 anni ) in una visione speciale ha ricevuto la grazia di  vedere la liturgia celeste e sentire gli angeli cantare. Seguendo il modello del mondo angelico, ha introdotto il canto antifonale nelle   funzioni religiose in cui due cori si alternano . Questa metodo  si diffuse rapidamente dalla Siria nella Chiesa primitiva. Nel 107, durante la campagna contro gli armeni l’imperatore Traiano passò per  Antiochia. Gli venne  riferito che S. Ignazio professava la fede cristiana, insegnava a disprezzare la ricchezza, e   a non sacrificare agli dei romani. L’imperatore convocò il santo e gli chiese di fermare la sua predicazione di Cristo. L’anziano  rifiutò. Poi venne  inviato in catene a Roma,  per essere dato in pasto  alle  bestie nel Colosseo. Sulla strada per Roma, scrisse sette lettere che sono  pervenute  fino ai giorni nostri. Nelle sue lettere, S. Ignazio chiede ai cristiani di non cercare di salvarlo dalla morte: “ Vi  prego, non mi lasciate vivere in questo tempo. Lasciatemi essere cibo per gli animali per  raggiungere Dio attraverso di loro.  Sono come  il grano di Dio. Mi si permetta di essere straziato dai  denti delle fiere, come pane puro di Cristo. ” . Avuto sentore  del coraggio del santo, Traiano fece cessare  la persecuzione contro ii cristiani. Le sue reliquie furono trasferite ad Antiochia, e poi tornarono a Roma e deposte nella Chiesa del Santo martire Clemente, Papa di Roma. Nella sua lettera agli Efesini, S. Ignazio ha scritto: “Mantenere la fede e l’amore, per  mostrarsi cristiani. La fede e l’amore sono l’inizio e la fine della vita. La fede – l’inizio, e l’amore – la fine, insieme sono opera di Dio”.

Share