S.martire Maurizio e i suoi 70 commilitoni

Dopo aver decretato la persecuzione generale contro i Cristiani il sanguinario Massimiano (295-305) percorse personalmente con le sue truppe le differenti regioni dell’Impero per assistere di persona alle esecuzioni di tanti innocenti.

Giunto ad Apamea, metropoli della Provincia della Siria seconda, i sacerdoti pagani denunciarono Maurizio e i 70 soldati della sua scorta come cristiani e ribelli al culto imperiale , obbligatorio per l’armata. Venne istallato un tribunale di fortuna poco lontano dalla città e lì vennero portati i rei davanti all’imperatore. davanti a una folla agitata formata da gran parte da pagani di Apamea. Accusati di ingratitudine verso gli dei dell’impero e resistendo alle offerte del sovrano di essere colmati di beni e di onori militari, Maurizio e i suoi compagni risposero che non dovevano alcuna riconoscenza a degli esseri che non esistevano se non nell’mmaginazione piena di passione dei pagani, e confessarono la loro grande fede nell’unico vero Dio in Tre Persone e nella venuta sulla terra del Nostro Signore Gesù Cristo. Rifiutando ogni lusinga e promessa essi dichiararono che nessuna minaccia poteva convincerli perchè Dio accorda a quelli che lo amano una forza soprannaturale più forte della paura della morte. Quando vennero degradati e vennero loro tolte le cinture militari per essere dati alla folla inferocita, essi dicharorono che il Signore li avrebbe rivestiti con una tunica incorrttibile e gloriosa.. Gettati in prigione e strettamente messi ai ferri, i santi atleti di Cristo uniti come se avessero una sola anima, si incoraggiavano l’un l’altro con la preghiera che il Signore mandasse loro la potenza dello Spirito Santo nella confessione della verità, e la pazienza del Cristo nelle sofferenze.. Dopo tre giorni furono di nuovo condotti davanti all’imperatore ed essi dichiararono che questa vita non aveva più nessuna attrattiva per loro, ma che al contrario la morte terribile promessa dal tiranno era per loro desiderabile, perché avrebbe portato loro la promessa della vita eterna. Frustati a colpi di nerbo di bue, fino a che le loro carni cadevano a pezzi, poi gettati in un braciere, infine straziati con uncini di ferro, i santi martiri intenti nella preghiera erano insensibili ai tormenti come se i loro corpi fossero già rivestiti della gloria immortale. Massimiano aveva adocchiato nel gruppo un giovane di nome Fotino, il figlio di Maurizio, e lo aveva fatto venire preso di sé con la speranza di distoglierlo dalla fede cristiana.. ma siccome il giovane rimaneva fermo nella sua fede, lo feec decapitare immediatamente sperando di spaventare i suoi compagni e commovere il cuore del padre, capo dei martiri. Ma si accorse ben presto che tutta la sua crudeltà dava ancora più coraggio a questi martiri. Allora la sua malvagità escogitò un tormento ancor più crudele. Fece portare i condannati in luogo pieno di paludi malsane e li fece abbandonare con l’intento che i numerosi insetti velenosi che lì vivevano li avrebbero coperti di punture mortali. Messi così a nudo e ricoperti di miele essi furono legati a dei pali di modo che non potessero difendersi dagli assalti di questi terribili insetti. Per di più mise ai piedi di Maurizio il corpo martoriato del figlio. Il martirio durò dieci giorni e dieci notti e alla fine i santi martiri rimisero le loro anme al Cristo ricevendo così la corona della gloria eterna.

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