S. Regina Teofània

Santa Regina Teofània

Frutto delle preghiere di una madre rimasta a lungo senza figli, la figlia del nobile Costantino Martinakia e Anna ricevette un’ottima educazione; i suoi genitori amavano teneramente Feofania e non risparmiavano nulla per la sua educazione. L’imperatore Basilio il Macedone la scelse come moglie di suo figlio Leone, e con la corona matrimoniale, la corona reale fu posta su Feofania, come moglie dell’erede al trono.

 Ma la felicità non accarezzò a lungo Feofania. Theodore Santavarin, un uomo malvagio e traditore, consigliò a Leone di portare una spada sotto i vestiti in caso di pericolo per il re-padre, e calunniò anche il re dicendo che suo figlio stava aspettando con impazienza di sedersi sul trono di suo padre e intendeva uccidere lui con una spada nascosta sotto i vestiti.
Leone e sua moglie furono rinchiusi in una fortezza e trascorsero tre anni in dura prigionia. Nel giorno del profeta Elia, su richiesta dei nobili che garantirono dell’innocenza di suo figlio, Vasily restituì la libertà a suo figlio e a sua nuora. Ma la salute di Feofania, sconvolta dall’inaspettata disgrazia, non le tornò mai più. Aveva una sola figlia e morì appena nata. La Beata vide che la terra la allontanava da se stessa con i dolori e che doveva cercare la pace, ma non sulla terra. Dov’è la pace tanto desiderata dall’anima? L’anima stessa sa dov’è la sua pace: creata a immagine di Dio, anela a Lui, al suo Dio, lì è la sua luce, lì le sue gioie. Le benedizioni temporanee, le mutevoli immagini terrene seducono l’anima, la portano con sé, ma questa è solo seduzione, inganno: dopo di essa c’è solo vuoto e amarezza nell’anima.
Allora la beata si rivolse con tutta l’anima al suo Signore. Praticava diligentemente la preghiera e leggeva le Sacre Scritture. Vestendosi con abiti reali per motivi di decenza, indossava un cilicio sul corpo. Il suo letto era davvero lussuoso, ma lei dormiva sul nudo pavimento. Il suo cibo consisteva in pane e verdure. Trattava con gentilezza e mansuetudine coloro che la servivano; nessuno sentiva da lei una parola di sdegno. Non le piacevano le chiacchiere secolari, né le piaceva l’allegria della distrazione smemorata.
Le preoccupazioni per la povertà le servirono da consolazione. Tutto ciò che riceveva dalla corte veniva utilizzato per aiutare gli orfani, le vedove sfortunate, i monasteri e le chiese. Visse pensando all’eternità e morì serenamente il 16 dicembre 892, dopo 12 anni di matrimonio.
Suo marito, l’imperatore Leone, conoscendo la santità della sua vita, fece costruire un tempio e volle dedicarlo al suo nome; ma, su consiglio di altri, il tempio fu consacrato nel nome di Tutti i Santi, e qui fu fondato un convento. “In onore della sua prima moglie, la Beata Teofania, Leone fece erigere un monumento a suo nome presso la Chiesa di S. Apostolo, dove depose il suo corpo”, dice lo storico greco. Un ammiratore russo dei santuari scrisse nel 1342: “Vado a San Costantino, al monastero femminile: qui giace il corpo di San Clemente arcivescovo e di Teofania la regina”.

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