S. Ieromonaco Gerasimo del Giordano

 Il S.Monaco Gerasimo nacque il Lycia (Asia Minore). Fin da giovane si distinse per la sua grande pietà. Diventato  monaco,  si ritirò nelle profondità del deserto  della Tebaide (Egitto).

Intorno all’anno 450  p. Gerasimo arrivato in Palestina, si stabilì in Giordania, dove fondò un monastero.Una volta  il santo fu tentato dal eresia di Eutiche e Dioscoro,  riconoscendo in Gesù Cristo solo una natura divina. Tuttavia, S. Eutimio il Grande (20 gennaio) lo aiutò a ritornare alla fede vera. Nel santo monastero  vigevano regole severe. Cinque giorni della settimana il monaco doveva stare  in isolamento, dedito al lavoro  e alla preghiera. In quei giorni,nel deserto non  si mangiavano cibi cotti e nemmeno si accendeva  un fuoco e   si mangiava  pane secco, acqua e le radici. Sabato e Domenica  tutti i monaci  andavano al monastero per la Divina Liturgia e ricevevano i Santi Misteri . Nel pomeriggio, portavano con sé una scorta di pane, le radici, l’acqua e una bracciata di rami di palme da dattero per fare dei cesti. Il  Deserto era la loro cella d’isolamento. Ognuno aveva solo vecchi vestiti e mattoni su cui dormivano. Lasciando la cella, la porta non era chiusa a chiave, in modo che chiunque potesse entrare, rilassarsi o prendere il necessario.  In Quaresima non si mangiava nulla fino al giorno luminoso della Resurrezione , quando si  ricevevano i Santi Misteri. Partendo per tutta la Quaresima nel deserto, il S. monaco portava un fratello chiamato Ciriaco ,  suo discepolo prediletto (29 settembre), che gli venne affidato da S. Eutimio il Grande.Durante la Grande Quaresima il S.Monaco prendeva solo la S.Eucarestia. Un giorna gli si avvicinò un leone  dolorante per una spina che li si era conficcata nella zampa. S.Gerasimo gliela estrsse e gli medicò la ferita.Da allora il leone lo seguì fedelmente come un cagnolino, e divenne il compagno di un asino che trasportava l’acqua per il monastero. Quando alcuni predoni rubarono l’asino, il leone tornò da solo da Gerasimo, che pensando che avesse mangiato l’asino lo incaricò di trasportare l’acqua, il leone accettò docilmente. Qualche tempo dopo i ladri tornarono portando con sé l’asino e tre cammelli, il leone li assalì mettendoli in fuga, poi prese le briglie dell’asino e dei cammelli e li portò dal santo, che si scusò con lui per la punizione ingiusta che gli aveva dato. Il leone visse con i monaci per cinque anni, e quando Gerasimo morì, si fermò sulla sua tomba battendo il muso a terra, senza mangiare né bere fino a morire d’inedia.

 

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