S.Aleksander Svirskij

Il nostro venerabile padre Aleksander nacque a Olonets, nella regione di Novgorod in seguito a una visione accordata ai suoi pii genitori (1449). Fu affidato ad un uomo fervente per insegnargli le Sante Scritture, ma il fanciullo provava molte più difficoltà rispetto ai suoi compagni di studio.

Un giorno mentre implorava la SS.Madre di Dio in un monastero vicino al suo villaggio, udì la voce della Purissima che lo incoraggiava, e da allora egli non ebbe più difficoltà a imparare. Egli frequentava tutti i giorni la chiesa e viveva, malgrado la sua giovane età, in una stretta temperanza . Quando arrivò alla maturità, i suoi genitori fecero preparativi per farlo sposare.Ma il govane non desiderava altro che servire solo Dio, e col pretesto che doveva fare un un lavoro in un altro villaggio, egli intraprese, con grande gioia il cammino che doveva portarlo alla salvezza. Attraversato il fiume Svir, si ritrovò, a notte fonda, vicino a un piccolo lago circondato da una foresta impenetrabile. Mentre pregava Dio di guidarlo, un raggio di luce illuminò il posto, e udì una voce celeste che gli comandava di proseguire il suo viaggio fino al monastero di Valaam, e gli annunziava che, dopo aver tribolato per un po’ di tempo, sarebbe arrivato in un posto dove avrebbe potuto fondare un monastero. Riprese il suo viaggio di buon mattino, e, con la guida di un uomo che aveva incontrato strada facendo,potè, in breve tempo, arrivare vicino alla sua meta. Quando arrivarono vicino al monastero, il suo compagno sparì improvvisamente , e poté capire che era stato un Angelo mandato da Dio per aiutarlo. Così si presentò all’igùmeno Joakim, che per provarlo, gli espose tutte le difficoltà della vita monastica e le sue privazioni. Siccome il govane insisteva,l’Anziano accettò di tonsurarlo dandogli il nome di Aleksander, e gli augurò forza e pazienza per condurre a buon fine il duro combattimento. All’età di 26 anni S.Aleksander donò tutto il suo essere al servizio di Dio e dei f ratelli.Passava le sue giornate nel lavori del monastero e la notte a pregare e cantare inni. Era sempre attento al suo comportamento, e mostrava una tale umiltà e obbedienza, che si vedeva in lui un Angelo corporeo. I suoi genitori disperati avevano fatto ricerche dappertutto. Alla fine dopo tre anni vennero a sapere che si trovava a Valaam. Suo padre si recò là con la speranza di poterlo riportare a casa. Ma gli argomenti che espose Aleksander lo convinsero così tanto che, ritornato a casa, divenne monaco in un monastero del suo villaggio dedicato alla SS.Madre di Dio e anche la sua sposa fece lo stesso. Quando Aleksander apprese poco tempo dopo che i suoi genitori erano morti, disse “Anch’io sono mortale!” e si preparò ancor di più a poter incontrare il suo Signore. Lavorava al forno, portava l’acqua, trasportava la legna e si metteva sempre a disposizione di tutti con gioia. Durante la notte si isolava nella foresta per pregare senza essere infastidito da innumerevoli zanzare, e al mattino si ritrovava in chiesa con tutti gli altri monaci e vi restava fino alla fine dell’Officio, con lo spirito tutto teso alle realtà divine. Questa condotta esemplare suscitava l’ammirazione di tutti i monaci, la qual cosa dispiaceva al santo che desiderava piuttosto rifuggire la stima degli uomini, così perniciosa per la salvezza. Sollecitò la benedizione dell’Igùmeno, che però rifiutò in considerazione della sua giovane età e della sua inesperienza. Aleksander continuò quindi le sue opere gradite a Dio, nella sottomissione. Una notte, mentre pregava, udì una voce che gli comandò di lasciare il monastero e di fermarsi vicino al lago, dove aveva avuto la sua prima rivelazione, e una grande luce sembrò guidarlo nel cammino. Confessò all’Igùmeno quello che gli era accaduto, e questa volta il Padre gli diede la sua benedizione, pensando che sarebbe diventato un “vaso di elezione”. S.Aleksander lasciò il monastero, a notte fonda, senza portare altro con sè che i vestiti che aveva addosso. e, guidato da Dio, arrivò ben presto vicino al lago, esclamando:” Ecco il luogo del mio riposo per i secoli dei secoli!” (1485) alzò una piccola capanna in un anfratto che gli era stato indicato da un raggio di luce, e iniziò a tenersi davanti a Dio giorno e notte, nella preghiera, nella recita dei Salmi, e dei cantici spirituali, lontano da ogni rumore del mondo. Un giorno mentre andava a prendere dell’acqua, una voce celeste gli annunciò che, poiché aveva condotto la sua vita nella strada stretta fin dalla sua giovinezza, stava per diventare la guida di una grande motitudine di anime. Non lontano da quel luogo deserto viveva un nobile Boiaro Andrej Zavalakin, il futuro S.Adriano di Ondrussov . Un giorno, mentre costui era alla caccia, un cervo gli apparve. Andrej si mse a inseguirlo e così si isolò dal resto dei suoi compagni, e si ritrovò presso la capanna di S.Aleksander .Dapprima stupito da questa improvvisa apparizione, il Santo asceta finì per piegarsi alle suppliche di Andrej e gli raccontò come egli dall’età di 7 anni aveva vissuto solo col solo Dio. Lasciato il monaco e non mantenendo la promessa del silenzio che il Santo gli aveva raccomandato, Andrej fece conoscere la sua storia dappertutto. Le voci arrivarono alle orecchie di Giovanni il fratello del Santo, che volle visitarlo e che decise di condividere la vita di Aleksander, ma ben presto venne a morte. Altri uomini ferventi si presentarono al Santo col desiderio di condividere la vita angelica, Aleksander permise loro di poter abitare vicino in celle separate. per poter vivere nel silenzio e nella preghiera continua.Essi erano sottomessi in tutto alla direzione del Santo, che li incoraggiava frequentemente a sopportare le privazioni del deserto, e le afflizioni della via stretta che ci porta alla vita gioiosa eterna. Dopo che Andrej Zavalakin, il benefattore della Comunità, ebbe rinunziato al mondo per diventare, sotto la raccomandazione di Aleksander, monaco a Valaam, il padre si mise a coltivare la terra per sopperire ai bisogni dei monaci e dei pellegrini.Oltre a questi lavori egli osservava nuovi rigori ascetici, sopportando di buon grado il freddo di queste regioni, con la fiducia di sfuggire al fuoco infernale, e respingeva con forza gli attacchi dei demoni che lo tormentavano durante la preghiera. Il 23° anno del suo soggiorno nel deserto (1508) una grande luce gli apparve durante la preghiera notturna e vide tre personaggi risplendenti, che irradiavano una gloria indicibile e ognuno teneva in mano uno scettro. Sgomeno il Santo voleva prosternarsi a terra ma essi lo rialzarono e gli dissero:”Non temere, uomo dei desideri, perchè lo Spirito Santo ha stabilito in te la sua dimora per la purezza del tuo cuore!” Essi gli confermarono la predizione che aveva ricevuto nel corso di altre visioni, secondo cui egli doveva costruire in questo posto una chiesa in pietra e fondare un grande monastero. Aleksander rispose che egli era il più grande dei peccatori, indegno di questo compito, e che era venuto in quel posto solo per pregare, piangere i suoi peccati e niente di più. I tre personaggi lo incoraggiarono e gli raccomandarono di dedicare la chiesa alla Santa Trinità, che gli era apparsa e si congedarono dicendo:” Io ti lascio la mia pace!” (Giov. 14:27) Siccome il Santo si domandava in quale posto costruire la chiesa, un Angelo gli apparve subito ad ali spiegate, e gli indicò lo stesso posto dove era apparsa la SS.Trinità. I lavori coinciarono con la costzione di una chiesa in legno e i fratelli lo esortarono a ricevere il Sacerdozio, ma Aleksander rifiutò, pensando che questo compito era superiore alle sue forze. Finalmente con l’insistenza dell’Arcivescovo di Novgorod Serapione, egli accettò di essere ordinato e la chiesa fu consacrata. Onorato della grazia del sacerdozio, S.Aleksander raddoppiò le sue fatiche e si mostrava un modello di umiltà.Egli non esitava ad aiutare i suoi fratelli al forno, e nei più umili compiti., E la notte, mentre i fratelli dormivano,egli andava spesso a macinare la parte del grano che essi dovevano preparare prima del Mattutino. Non si coricava mai per dormire, si lavava solo le mani,e vestiva un abito grossolano rappezzato, così che era impossibile distinguerlo dagl altri monaci agli occhi dei visitatori. Vegliando con paterna fermezza sui monaci, insegnava loro a stare sempre attenti alla salvezza della loro anima,e a distaccarsi da ogni distrazione e vane occupazioni. Egli li esortava ad offrire un puro pentimento davanti a Dio e a piangere i loro peccati, perchè il pentimeno è la chiave per entrare nel Regno dei Cieli. E i fratelli seguendo le sue istruzioni, producevano in abbonanza frutti di sante virtù. Con una santa emulazione essi vivevano come angeli, e un numero sempre maggiore di fedeli arrivavano al Monastero per confessare i loro peccati al santo, chiedere consiglio e sollievo delle loro pene. La Comunità cresceva, e la necessità di un mulino ad acqua diventava pressante e alcuni fratelli cominciarono a mormorare e a rimproverare al Santo la sua mancanza di previdenza. Dopo aver pregato Aleksander si recò al bordo del lago che sovrastava il monastero e si mise a scavare. Poco dopo le acque si misero a riversarsi con fragore nel lago inferiore con una tal violenza che il Santo pregò Dio di trattenere il loro flusso. I fratelli si misero a costruire un canale e si poté istallare un mulino. Grazie alla generosa donazione dello Zar Vassili Ivanovic il Santo potè intraprendere la costruzione di una chiesa in pietra, che fu consacrata dall’Arcivescovo Makari di Novgorod. Qualche anno prima del suo beato riposo, sempre con l’aiuto dello Zar, eresse un’altra chiesa dedicata alla Protezione della Madre di Dio, che la Purissima benedisse apparendo sopra l’altare seduta come su un trono. Ella promise che chiunque avesse collaborato alla costruzione della chiesa non avrebbe perso la sua ricompensa. Giunto a tarda età, S.Aleksander riunì i fratelli un anno prima della sua morte, promettendo che sarebbe rimasto in mezzo a loro spiritualmente, poi designò quattro ieromonaci come candidati alla sua successione., lasciando al suffragio di Dio e al giudizio dell’Arcivescovo di Novgorod il compito di decidere quale sarebbe diventato igùmeno. Egli chiese anche che il suo corpo fosse gettato in una palude, ma a forza di suppliche gli fecero accettare che sarebbe stato seppellito presso la chiesa della Trasfigurazione vicino alla sua cella, Arrivato il giorno che aveva predetto, il Santo che aveva 85 anni, pregò per la pace del mondo e di tutte le Sante Chiese, poi rimise nella pace la sua anima al Signore (30 agosto 1533). Il suo culto si diffuse rapidamente e numerosi miracoli si compirono sulla sua tomba. Il monastero di S.Aleksander, distrutto dai tedeschi e dai Lituani nel 1628, fu in seguito restaurato e il 14 aprile del 1641 le sue relquie incorrotte vennero alla luce dalle macerie. Il Monastero sopravvisse alle persecuzioni scatenate contro i cenobi da Pietro il Grande e Caterina II^, e conobbe una brillante espansione nel 19° secolo sotto l’influsso dei dscepoli di S.Paissi Velichkovsky. Nel 1928 i bolsceviki che vennero e uccisero l’igùmeno Evghenij e atri 5 monaci, bruciarono le reliquie di S.Aleksander e il monastero fu in seguito trasformato in campo di concentramento per il clero

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