S.Patrizio, Vescovo, illuminatore dell’Irlanda

Patrizio, nato con il nome di Maewyin Succat[2], (Britannia romana385 – Saul17 marzo 461), è stato un vescovo e missionario irlandese di origini scozzesi.Viene festeggiato da tutta la comunità irlandese del mondo il 17 marzo, data della sua morte.

Non si sa con certezza da dove provenisse: egli stesso, nelle sue Confessioni, scrive che suo padre possedeva la terra vicino a un paese che aveva un nome metà indigeno, Bannhaven, e metà latino, Taberniae. Il luogo più probabile è stato comunque identificato in Kilpatrick e la data di nascita è da considerarsi tra il 385 e il 392 d.C.[5] Rapito quando aveva 16 anni dagli uomini del re irlandese Niall, fu venduto come schiavo a Muirchu, re del Dál Riata, territorio anch’esso popolato da genti irlandesi[2]. Qui apprese la lingua gaelica e la mitologia celtica. Trascorse sei anni in cattività, durante i quali maturò la sua conversione al cristianesimo. Fuggito dalla corte del re per tornare nella sua famiglia, prese gli ordini sacri divenendo diacono nel 407. Recatosi in Gallia, san Germano d’Auxerre lo consacrò vescovo nel 420. Successivamente gli fu affidata da papa Celestino I l’evangelizzazione delle isole britanniche e specialmente dell’Irlanda riprendendo la missione abbandonata da un precedente vescovo, Palladius. Nel 431432 iniziò il suo apostolato in terre irlandesi, all’epoca quasi interamente pagane. A lui si deve la diffusione del Cristianesimo in Irlanda seppur ispirato al paganesimo celtico. San Patrizio fu spesso minacciato di morte, catturato e condannato, ma riuscì comunque a portare avanti la sua missione. Il santo percorse l’intera Irlanda, predicando e insegnando nella lingua locale, fondando abbazie e monasteri, soccorrendo i bisognosi e operando miracoli.  Nacque con lui la corrente del Cristianesimo celtico, in seguito imitato dalla Chiesa. Infatti, per conservare le radici e le tradizioni storiche del popolo irlandese, Patrizio favorì la combinazione di molti elementi cristiani e pagani. Per esempio introdusse il simbolo della croce solare sulla croce latina, facendo diventare la croce celtica il simbolo del Cristianesimo celtico. All’età di oltre cinquant’anni intraprese un lungo pellegrinaggio fino a Roma. Al ritorno si stabilì nell’Irlanda del Nord fino al termine dei suoi giorni. Fonti storiche accertano la sua morte a Downpatrick, in Irlanda, ma alcuni studiosi suppongono che la sua morte possa essere avvenuta in Inghilterra o in Galles. La maggior parte degli storici segnano la sua morte il 17 marzo 461 a Saul, Co. Down, in una chiesa donatagli da Dichu, capitano locale che fu da lui convertito. Secondo la leggenda il suo corpo fu affidato a una coppia di buoi che, senza guida, lo depose a Down, nell’Irlanda del Nord, che da allora cambiò il nome in Downpatrick. Gli sono attribuite due lettere in latino: la Confessio (o “Dichiarazione” in cui offre un breve resoconto della sua vita e della sua missione) e l’Epistula, una lettera rivolta ai soldati di Coroticus. Gli scritti di San Patrizio furono apprezzati per la loro schiettezza e semplicità, tra i quali va sottolineata la “Benedizione del Viaggiatore Irlandese” (Irish journey blessing).

May the road rise to meet you,

may the wind be always at your back,

may the sun shine warm upon your face,

and the rains fall soft upon your fields and,

until we meet again, may God hold you in the palm of His hand.

“Sia la strada al tuo fianco, il vento sempre alle tue spalle, che il sole splenda caldo sul tuo viso, e la pioggia cada dolce nei campi attorno e, finché non ci incontreremo di nuovo, possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano.”

Secondo la tradizione irlandese, in Irlanda non ci sarebbero più serpenti da quando San Patrizio li cacciò in mare. Questa leggenda è connessa a quella della montagna sacra irlandese, Croagh Patrick, sulla quale il santo nel 441 d.C. avrebbe trascorso quaranta giorni, gettando alla fine una campana dalla sommità del monte nell’attuale Baia di Clew per cacciare via i serpenti e le impurità, formando le isole che la contraddistinguono. Lo storico greco-romano Salinus ha registrato tuttavia in un suo scritto che l’Irlanda era priva di serpenti già due secoli prima che nascesse S. Patrizio. Per tale motivo sembra che la storia dei serpenti sia stata inventata da un monaco di origini italiane che la moglie del normanno John de Curcy portò nella corte del marito a Downpatrick. Oggi il monte è meta per molti pellegrini soprattutto dal 15 luglio al 15 agosto.[6]Celebre anche la leggenda del pozzo di San Patrizio, il pozzo senza fondo, da cui si aprivano le porte del Purgatorio. La grotta, murata per volere di Alessandro VI nel 1497, era localizzata su un isolotto del Lough Derg, dove poi venne costruita una chiesa, oggi meta di pellegrinaggio penitenziale per molti fedeli.[6]Secondo una leggenda, fuggito dalla schiavitù in Irlanda, San Patrizio si diresse direttamente in Francia. Avendo deciso di visitare suo zio a Tours, doveva attraversare la Loira ma non era provvisto dei mezzi necessari per farlo. Trovò, tuttavia, che la sua mantella sarebbe stata un’ottima zattera. Una volta raggiunta la riva opposta, Patrizio appese il suo soprabito a un cespuglio di biancospino ad asciugare. Nonostante fosse pieno inverno, la pianta iniziò a fiorire ed ecco perché, da allora, il biancospino fiorisce d’inverno.[6]Da notare la presenza della figura di San Patrizio anche nell’emblema nazionale irlandese, il trifoglio (shamrock). Grazie ad un trifoglio, si racconta infatti, San Patrizio avrebbe spiegato agli irlandesi il concetto cristiano della Trinità, prendendo come esempio le tre foglie collegate ad un unico stelo.

 

Tratto da Wikipedia

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