Archivio mensile:Settembre 2018

Antifona del Beato Hermann di Reichenau “Alma Redemptoris Mater”

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Testo latino

Alma Redemptoris Mater, quae pervia coeli
Porta manes, et stella maris, succurre cadenti,
Surgere qui curat, populo: tu quae genuisti,
Natura mirante, tuum sanctum Genitorem
Virgo prius ac posterius, Gabrielis ab ore
Sumens illud Ave, peccatorum miserere.

Traduzione italiana

O santa Madre del Redentore,
porta dei cieli, stella del mare,
soccorri il tuo popolo che anela a risorgere.
Tu che accogliendo il saluto dell’angelo,
nello stupore di tutto il creato
hai generato il tuo Creatore,
Madre sempre vergine, pietà di noi peccatori.

Questa Antifona è stata composta dal Beato Hermann di Reichenau benedettino ( 1013-1054)  la cui biografia è stata pubblicata nella sezione “Santo del giorno”

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Beato Hermann di Reichenau, benedettino ortodosso

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La storia ispiratrice di come un monaco cieco e paralizzato compose  alcune famose Antifone latine ortodosse
Philip Kosloski | Set 25, 2018
HERMANN,REICHENAU
Beato Hermann di Reichenau
l’infanzia
Il 18 luglio del 1013 Eltrude, sposa di Goffredo conte di Altshausen, diede alla luce un figlio deforme[1] cui fu imposto il nome di Ermanno. La sua grave malformazione fisica (non poteva stare eretto né tanto meno camminare) gli fece avere il soprannome, con cui è ancor oggi noto, di “contratto” (dal latino contractus, che significa appunto contratto, rattrappito, ma anche storpio, zoppo).[2] All’età di sette anni fu inviato nella scuola del monastero benedettino di Reichenau, fondato da san Pirmino, sull’omonima isoletta del Lago di Costanza e qui rimase per tutta la sua vita divenendo monaco nel 1043.[3]

A Reichenau
Fra quanti si occuparono della sua educazione nel monastero ci furono l’abate Bernone[4] e i monaci Kerung e Burcardo, dai quali apprese l’astronomia, la poesia, la storia, la musica e la liturgia. Grazie a questi insegnamenti riuscì ad elaborare un nuovo sistema di scrittura per le note musicali e i loro intervalli (Opuscula musica), ma scrisse anche varie altre opere: messali e preghiere, fra cui la Salve Regina, saggi astronomici (gli viene generalmente attribuita la suddivisione delle ore in minuti), libri di gesta e cronache.

Tra le fonti dei suoi scritti andrebbe annoverato il De compositione astrolabii di Masha’allah ibn Athari, il che starebbe a dimostrare la diffusione nella Germania meridionale di testi arabi fin dal X secolo e non, come si pensava in precedenza, solo dall’XI.[5] Istruì a sua volta una folta schiera di discepoli e, per i suoi lavori, si meritò l’appellativo di miraculum saeculi ricevendo attestazioni di stima e ammirazione da parte dell’imperatore Enrico III (1048) e di papa Leone IX (1049), durante le rispettive visite al monastero di Reichenau.

La morte
Spirò all’età di 41 anni per pleurite. La sua morte è descritta dal fedele discepolo Bertoldo di Reichenau (che ne continuò anche il Chronicon): «Quando alfine l’amorevole benignità del Signore si degnò di liberare la sua santa anima dalla tediosa prigione del mondo, egli fu assalito dalla pleurite e trascorse quasi dieci giorni in continue e forti tribolazioni. Alfine un giorno, nelle prime ore del mattino, subito dopo la santa messa, io, che egli considerava il suo più intimo amico, mi recai da lui e gli chiesi se si sentisse un poco meglio.» Ermanno gli rispose di aver pensato all’Hortensius di Cicerone e alle sue sagge osservazioni sul bene e sul male, nonché a tutte le cose che egli stesso aveva avuto in animo di scrivere su quello stesso argomento. Sotto l’impressione di quei pensieri, «tutto il mondo presente e tutto ciò che ad esso appartiene, questa stessa vita mortale era divenuta meschina e tediosa e, d’altra parte, il mondo futuro, che non avrà termine, e quella vita eterna, sono divenuti indicibilmente desiderabili e cari, così che io considero tutte queste cose passeggere non più dell’impalpabile calugine del cardo.»[6] Ermanno fu sepolto a Altshausen, nei possedimenti di suo padre, ma la sua tomba è oggi sconosciuta. Alcune sue reliquie sono conservate ad Altshausen, a Zurigo e altrove.

Culto

Le reliquie di Ermanno il contratto conservate nella chiesa del castello di Altshausen.
Secondo il vescovo di Friburgo il culto pubblico verso Ermanno come beato non era accettabile, nondimeno ne permise la continuazione nel territorio in cui fino allora vigeva. Il suo culto fu poi confermato dalla Chiesa cattolica nel 1863 da papa Pio IX, grazie al Bucelino[senza fonte].

Viene festeggiato, secondo il calendario dei benedettini, il 24 settembre.

Raffigurazioni artistiche si possono trovare nel coro di Zwiefalten e ad Andechs. Sul soffitto della distrutta chiesa di Montecassino, un quadro lo definiva Doctor marianus ricordandone le composizioni dedicate alla Madonna.

Le opere
Chronicon, la storia del mondo dalla nascita di Cristo ai suoi tempi;
Dei trattati di astronomia di cui pubblicati sono:
De mensura astrolabii;
De utilitatibus astrolabi;
Varie preghiere e liturgie tra cui:
Salve Regina;
Alma Redemptoris Mater
Uffici di alcuni santi (Gregorio Magno, Afra di Augusta, Volfango di Ratisbona, ecc.);
Sequenze della croce e della Pasqua (Grates, Honos, Hierarchia e Rex regun, Dei agne);
Trattati musicali liturgici tra cui il De musica e De monochordo;
Il De octo vitiis principalibus, testo didattico-poetico diretto alle suore ed ai preti.
Libri di gesta su Corrado II ed Enrico III;
Cronaca della Svevia.
Note
^ Molte informazioni pervenuteci sul beato Ermanno sono spesso insicure se non addirittura contraddittorie fra loro. Non si sa con certezza, ad esempio, se egli fosse davvero storpio dalla nascita o se lo sia diventato in tenera età, né l’entità del danno subito: se cioè fosse semplicemente zoppo o se invece la sua menomazione fosse d’ostacolo anche per lo scrivere e il parlare.
^ Per questo è spesso ricordato anche con il nome di Ermanno lo storpio o lo zoppo (Hermannus Contractus in latino, Herman the Cripple o Hermann the Lame in inglese). È noto anche con l’appellativo di Ermanno di Reichenau o Herimannus Augiensis (da Augia, l’antico nome latino dell’isola di Reichenau).
^ Per lo storico benedettino del Seicento Gabriele Bucelino, invece, egli fu educato nell’abbazia di San Gallo e arrivò a Reichenau solo nel 1043.
^ Noto anche come Berno di Costanza o Berno di Reichenau.
^ (EN) Mary Catherine Welborn, Lotharingia as a center of arabic and scientific influence in the eleventh century, “Isis”, 16, 2 (novembre 1931), pp. 188-199.
^ Bertoldo di Reichenau, Annales. La traduzione italiana del passo è consultabile, fra gli altri, su cultura cattolica.

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